Come diceva quel tale: quando il gioco si fa duro, Bassolino torna a fregare. Pardon: a giocare.
Dopo 20 anni e più di politica da padre-padrone in Campania, Antonio Bassolino, il signore che si è costruito i palazzoni a New York con non si sa bene quali soldi, torna alla ribalta. E lo fa in grande stile, approfittando della crisi del PD partenopeo. Indagato un vicesindaco, se ne fa avanti un altro: non di vicesindaco ma di indagato.
Quando vedo Bassolino ripenso alle scuole elementari. Andavo ancora in prima quando era Sindaco.
Sapevo che era di sinistra perché, al seggio, ci stava sempre il tipo furbo che etichettava tutti i candidati. (E Bassolino, sembrerà incredibile, era ‘o comunist della situazione).
Non l’ho mai votato, né – per grazia di Dio – ho mai avuto la possibilità di farlo. Mi sono bastate le ultime elezioni, con un De Magistris in bandana ed una giunta super rottamata.
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia il Bassolino: perché è questo quello che sta succedendo in Campania. Questo è, signori e signore, quello che il PD, il partito dei def-nonpossocontinuarealtrimentirischioladenuncia, vuole. Mentre Renzi e Civati si fanno la guerra su chi è più giovane e figo e su chi si è diplomato più tardi, Cuperlo si dà la zappa sui piedi (e la mazza sui maroni) abbracciando il buon Bassolino. «Se tornasse, sarebbe magnifico per il PD». Peggio di così sinceramente non poteva andare. E pensare che Fazio, il magnanimo, magrissimo e indisponente Fazio, l’aveva pure invitato a Che Tempo Che Fa per non fargli fare la figura della Puppato di turno.
Se Bassolino torna a candidarsi in Campania, questa è la volta buona me ne vado da Napoli: vado in Libia, coi barconi, e chiedo l’asilo politico.
C’è gente, ho visto in giro, incredula. «Non bastava una Terra dei Fuochi?»
Sinceramente non lo so. Sinceramente, a questa domanda, non so dare una risposta. Uno si impegna tanto per cambiare le cose e poi il PD che fa? Ti ricandida Bassolino. Cose da D’Alema.
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